La prima sala del Museo storico di Baena, dedicata ad Antonia León Castro, che era la proprietaria del terreno oggi occupato dal parco archeologico di Torreparedones, presenta all’inizio una mappa dei principali siti archeologici del comune e un pannello che riassume la storia di Baena. Accanto a loro, una vetrina con una collezione di fossili presenta un campione di paleontologia in cui spicca un’ammonite di dimensioni eccezionali proveniente dalla zona di Luque.
Sulla sinistra troviamo le vetrine dedicate alla preistoria con interessanti esempi di industria litica, punte di freccia, pesi da telaio, mulini a mano e persino un pezzo di cranio fossile. Tutto questo è un compendio di un ampio periodo che va dal Paleolitico all’Età dei Metalli e funge da preambolo alla Cultura Iberica, che sarà la più importante della Sala. Così, nelle vetrine seguenti sono esposte le caratteristiche ceramiche a cerchi concentrici decorate in almagra, fusaiole ed elementi metallici come fibule, forbici da potatura, lance in soliferreum o in ferro, regatoni e altri pezzi di interesse legati a questo periodo. Tuttavia, saranno le sculture zoomorfe L’attenzione del visitatore si concentra sul fatto che il Museo di Baena possiede una delle più ampie collezioni di questo genere, alcune originali e altre, anch’esse rinvenute nel territorio comunale, riprodotte così come sono esposte in altri musei, tra cui il Museo Archeologico Nazionale, dove, insieme alla Dama de Elche e alla Dama de Baza, si trova la Dama de Elche.
Leonessa di Baena
scoperta sulla collina di Minguillar, dove si trovava l’antica città di Iponuba.
Una nuova vetrina con urne cinerarie, piatti e lucernai ci conduce nell’area cultuale della sala, dove vediamo per la prima volta la colonna o
betilo
colonna o betilo sacro, con il relativo capitello, scoperta negli scavi del santuario di Torreparedones. Accanto ad essa si trova una riproduzione della cosiddetta Stele dell’Offertorio, proveniente dallo stesso sito archeologico, esposta nel museo di Cañete de las Torres e raffigurante delle dame che portano in offerta un vaso caliciforme, in quello che si pensa fosse il portico d’ingresso del suddetto santuario. Vi si venerava Giunone Lucina o Dea Caelestis, divinità associata alla Tanit punica, e i numerosi ex voto esposti nelle vetrine seguenti sono il frutto di questo culto. Si tratta di figure antropomorfe (generalmente donne incinte) e di rappresentazioni anatomiche di gambe e piedi interpretate come un modo per ringraziare la divinità per il buon esito del parto o per la guarigione di un arto malato. In mostra anche un ex voto con la figura di un equino che, insieme ad altri recentemente scoperti, indica l’esistenza a Torreparedones di un nuovo santuario dedicato a una divinità protettrice dei cavalli. Bruciatori e altari in pietra calcarea e due grandi capitelli del IV secolo a.C. completano lo spazio dedicato al mondo iberico. Lasceremo questo spazio attraverso la porta che conduce al cortile principale dell’edificio, ma non prima di aver contemplato una vetrina che mostra quella che potrebbe essere considerata un’anticipazione della grande collezione numismatica esposta nella Sala IV del Museo. Monete di diversi periodi dell’antichità ci collocano in città vicine come Obulco, nell’attuale Porcuna (Jaén), e in altre più lontane come Tarraco (Tarragona) o l’attuale città di Mérida, l’Emérita Augusta di epoca romana.
Sculture zoomorfe nella Sala I del Museo.
Leone iberico della collina di Minguillar.
Nel sud di Córdoba sono state scoperte numerose sculture zoomorfe , la maggior parte delle quali raffigurano leonesse. Il loro numero è particolarmente rilevante a Baena, dove sono stati catalogati fino a 15 esemplari, sei dei quali corrispondono alla collina di Minguillar e tre alla collina di Molinillos. Distribuite nel Museo Archeologico Nazionale, nel Museo Storico di Baena e nel Museo Iberico di Jaén, queste sculture sono associate ai monumenti funerari delle élite iberiche anche se, data la loro abbondanza, è stato persino suggerito che potrebbero essere una sorta di emblema con cui identificare i limiti di questo territorio.
I leoni sono le figure più rappresentate negli zoomorfi iberici, seguiti dai tori, anche se in misura minore. Sono stati documentati anche cervi, cavalli e lupi. Un totale di 26 pezzi di questo tipo, il maggior numero dei quali è esposto nel Museo Storico di Baena.
La religiosità iberica si manifesta ampiamente nel Santuario di Torreparedones, uno spazio sacro ben documentato grazie agli interventi archeologici effettuati. Gli stessi che hanno permesso di realizzare la ricreazione illustrata di seguito.